Tenuta Santa Maria

1 Aprile 2025

Terreni marnosi: caratteristiche, proprietà e coltivazioni

Immaginate di passeggiare tra le colline del veronese, dove i terreni marnosi, ricchi di calcare e argilla, modellano il paesaggio e influenzano l’identità dei grandi vini locali come Amarone, Valpolicella e Soave. Questi suoli favoriscono un perfetto equilibrio tra struttura, aromi e complessità. A Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani ci prendiamo cura dei nostri terreni di Arbizzano, Grezzana e Colognola ai Colli, cercando di valorizzare al meglio l’essenza del nostro terroir.

Terreni marnosi: caratteristiche, proprietà e coltivazioni

Cosa sono i terreni marnosi

Il nome terreni marnosi deriva dalle marne, rocce sedimentarie composte da calcare e argilla, spesso arricchite da una percentuale variabile di minerali e sostanze nutritive. Questa combinazione di elementi conferisce al suolo caratteristiche distintive e influenza direttamente la qualità delle coltivazioni. Diffusi in molte aree del mondo, i terreni marnosi offrono un habitat adatto alla coltivazione della vite. La loro equilibrata mineralità e complessità favorisce la crescita di uve di qualità, che daranno vita a vini eleganti e longevi.

Le origini dei terreni marnosi

I terreni marnosi si sono formati milioni di anni fa, tra il Cretaceo e il Paleocene, quando sedimenti calcarei e argillosi si accumularono sui fondali marini. Nel corso del tempo, la pressione e i processi geologici hanno compattato questi depositi, trasformandoli in marne, rocce stratificate ricche di minerali.

In zone collinari come la Valpolicella, il sollevamento tettonico e l’erosione hanno modellato il paesaggio, riportando in superficie questi suoli fertili, ideali per la viticoltura. La proporzione tra calcare e argilla nelle marne varia da zona a zona, influenzando la capacità dei terreni di trattenere l’acqua e rilasciare minerali, elementi chiave che definiscono la struttura e il profilo aromatico dei vini nelle diverse zone di produzione.

Distribuzione dei terreni marnosi in Italia

Diffusi in tutto il mondo, i terreni marnosi compongono il suolo di molte delle principali regioni vitivinicole più note e apprezzate, dalla Borgogna e Champagne in Francia, alla Rioja in Spagna, fino alla Napa Valley in California.
In Italia, sono presenti in Piemonte, in particolare nella zona delle Langhe, dove contribuiscono all’eleganza e alla longevità di vini come Barolo e Barbaresco; in Toscana, dove caratterizzano grandi rossi come Brunello e Chianti; e in Sicilia, dove influenzano la struttura e la complessità del celebre Nero d’Avola.
In Valpolicella, questi suoli sono essenziali per la produzione di Valpolicella e Amarone, garantendone equilibrio, complessità e profilo aromatico distintivo.

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Le caratteristiche dei terreni marnosi

I terreni marnosi si distinguono per una tessitura fine e compatta, con una composizione variabile di calcare e argilla. Queste caratteristiche garantiscono un buon equilibrio tra drenaggio e capacità di trattenere umidità e nutrienti, qualità fondamentali per la viticoltura, soprattutto in climi caldi. Il pH tende a essere alcalino, oscillando tra 7.5 e 8.5, mentre la presenza di minerali come calcio e magnesio contribuisce alla struttura e al profilo aromatico dei vini. Il colore chiaro delle marne riflette la luce solare (effetto albedo), permettendo di mantenere più fresche le viti, mentre il carbonio organico aiuta a preservare la biodiversità del suolo. Sotto la superficie, la vita microbiologica è intensa: lombrichi, insetti e micorrize – funghi simbiotici che migliorano l’assorbimento dei nutrienti – arricchiscono il terreno rendendolo fertile.

Le marne possono variare nella loro struttura e composizione organica: ad Arbizzano, in Valpolicella Classica, prevalgono quelle calcaree, ideali per la coltivazione di varietà autoctone come Corvina, Corvinone e Rondinella, da cui nascono vini importanti come l’Amarone. A Colognola ai Colli, in Valpolicella Orientale, si trovano marne argillose, ricche di nutrienti e perfette per la Garganega, l’uva alla base del Soave.

I tipi di terreni marnosi

I terreni marnosi si distinguono in diverse tipologie in base alla loro composizione mineralogica e alle condizioni pedoclimatiche. La combinazione tra calcare e argilla, in proporzioni variabili, influenza direttamente la crescita della vite e il profilo dei vini.

  • Marnoso-calcarei: ricche di calcare (carbonato di calcio), queste marne favoriscono il drenaggio e conferiscono ai vini eleganza, complessità, mineralità e longevità. Sono tipici delle zone collinari, dove la vite sviluppa radici profonde.
  • Marnoso-argillosi: con una percentuale maggiore di argilla, questi suoli trattengono meglio umidità e nutrienti favorendo la produzione di vini strutturati e intensi, con tannini morbidi e ben integrati.
  • Marnoso-sabbiosi: caratterizzati da una tessitura leggera e un ottimo drenaggio, trattengono meno nutrienti ma favoriscono la produzione di vini freschi, profumati e con una spiccata mineralità.

Questa varietà di terreni marnosi è particolarmente evidente in aree vitivinicole come la Valpolicella, dove le differenze nella composizione del suolo permettono di ottenere vini con sfumature organolettiche uniche, dall’intensità dell’Amarone alla freschezza del Valpolicella Superiore.

Vantaggi e svantaggi dei terreni marnosi

I principali vantaggi di questi suoli in viticoltura includono:

Ottima ritenzione idrica, utile nei periodi di siccità.
Ricchezza minerale, che conferisce maggiore complessità aromatica ai vini.
Equilibrio tra drenaggio e fertilità, evitando ristagni idrici.

Tuttavia, i terreni marnosi presentano anche alcune sfide:

Tendenza al compattamento, che può limitare lo sviluppo radicale.
Difficoltà nella lavorazione, soprattutto in condizioni di elevata umidità.
Possibile eccesso di calcare, che può ridurre l’assorbimento di alcuni nutrienti da parte della vite.

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Le coltivazioni adatte ai terreni marnosi

Grazie alla loro composizione bilanciata, i terreni marnosi sono adatti a diverse colture, tra cui olivi, alberi da frutto come ciliegi e mandorli, oltre a cereali e legumi, che traggono beneficio dal buon drenaggio e dalla ricchezza minerale del suolo. È però la vite a rappresentare la coltivazione più diffusa e caratteristica di questi suoli, che riescono a far esprimere al meglio le caratteristiche aromatiche di ciascuna varietà.

Le tecniche di gestione dei terreni marnosi

I terreni marnosi, pur essendo particolarmente adatti alla viticoltura, necessitano di una gestione accurata per sfruttarne al meglio il potenziale. Tendono infatti a compattarsi, ostacolando l’espansione delle radici, e possono trattenere eccessiva umidità in caso di piogge abbondanti. Inoltre, il calcare attivo può favorire la clorosi ferrica, mentre il pH alcalino può ridurre la disponibilità di alcuni nutrienti essenziali.

Per affrontare queste sfide, a Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani vengono impiegate tecniche agronomiche mirate: l’uso di ammendanti organici, come letame compostato, arricchisce il suolo, mentre le lavorazioni superficiali aiutano a mantenere la struttura ariosa, evitando fenomeni di compattazione. L’irrigazione controllata consente di gestire l’umidità in modo equilibrato, evitando stagnazioni o stress idrico.

L’attenzione alla biodiversità guida la nostra scelta di viticoltura integrata e sostenibile: l’adozione del sistema Guyot favorisce una qualità superiore delle uve e un bouquet più ricco, mentre l’inerbimento tra i filari protegge il suolo dall’erosione e sostiene la fauna del terreno. Questo approccio, che coniuga tradizione e innovazione, ci permette di ottenere vini che esprimono al meglio il carattere unico del terroir della Valpolicella.

Il presente e il futuro dei terreni marnosi

La Valpolicella, con i suoi terreni marnosi, possiede una conformazione geologica unica, che va tutelata e valorizzata. Questi suoli sono naturalmente fertili e ideali per la viticoltura, con una buona capacità di ritenzione idrica contro la siccità e un drenaggio ottimale. Sebbene presentino alcune sfide, come la compattazione o la clorosi ferrica, il loro futuro è ricco di opportunità. Grazie all’uso di tecniche sostenibili e rigenerative, i terreni marnosi continueranno a generare vini ricchi di aromi e profumi straordinari, come quelli che produciamo a Tenuta Santa Maria.

Ogni calice del nostro Amarone della Valpolicella Classico Riserva o del Lepiga Soave, racconta la nostra cura per i territori di Arbizzano e Colognola ai Colli. Le sfide climatiche non mancano ma le opportunità sono numerose:crediamo fortemente che, trattati con rispetto, i terreni continueranno a essere una ricchezza preziosa e un forte elemento d’identità per il vino e l’agricoltura locale.

Tra Valpolicella Classica e zona del Soave, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani dimostra che una terra amata sa sempre rispondere con generosità, regalando un’esplosione di aromi e profumi, per vini intensi e raffinati.

DOMANDE FREQUENTI

I terreni marnosi e calcarei presentano differenze sostanziali che influenzano le caratteristiche del vino. I terreni marnosi, composti da una miscela di calcare, argilla e minerali, trattengono meglio acqua e nutrienti, favorendo la produzione di vini strutturati e complessi, come il nostro Amarone Classico Riserva. I terreni calcarei, invece, sono più drenanti e ricchi di carbonato di calcio, donando maggiore acidità e mineralità ai vini, come il nostro Soave Lepiga.

In Valpolicella Classica, i suoli spesso combinano entrambe le tessiture: nelle zone di fondovalle prevalgono le marne, mentre in altura dominano i calcari. Questa diversità arricchisce il profilo dei vini della regione. Tenuta Santa Maria valorizza al meglio queste caratteristiche, creando vini dalla forte identità territoriale.

I terreni marnosi, diffusi in molte zone vinicole, favoriscono la produzione di vini strutturati, complessi e longevi come Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e alcuni Bordeaux. In Valpolicella, questi suoli esaltano le caratteristiche delle uve autoctone, dando vinta a vini caratterizzati da tannini robusti e sentori intensi di ciliegia e spezie. L’Amarone Classico Riserva, il Valpolicella Ripasso e il Valpolicella Superiore di Tenuta Santa Maria esprimono al meglio queste qualità, offrendo intensità, eleganza e un’evoluzione straordinaria nel tempo.

I terreni marnosi possono essere migliorati con pratiche agronomiche mirate che ne ottimizzano la fertilità, la struttura e la gestione idrica. L’inerbimento controllato aiuta a prevenire l’erosione e a favorire la biodiversità, la lavorazione superficiale migliora il drenaggio, mentre l’apporto di sostanza organica, come compost, ammendanti organici e letame compostato migliorano la struttura, la fertilità e la capacità di trattenere nutrienti. Tecniche come la lavorazione minima del suolo preservano l’equilibrio microbiologico e riducono il compattamento. A Tenuta Santa Maria, questi interventi vengono applicati rispettando l’identità del terroir, in conformità con i protocolli del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI).

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1 Aprile 2025